INTERPELLI INGEGNERI

L’AMMINISTRAZIONE PENITENZIARIA PROROGA I TERMINI

E AMPLIA LE SEDI

Una vittoria dell'Associazione Téchne P.A.

Avevamo ragione noi !!! l'Amministrazione Penitenziaria proroga i termini dell'Interpello per gli Ingegneri ampliandone le sedi. La presa di posizione dell'Associazione, che ha reso nota la violazione dell'Accordo di Mobilità da parte del D.A.P.,  ha  avuto l'effetto di ottenere l'intervento in autotutela dell'Amministrazione per sanare, anche se solo in forma parziale, l'evidente ingiustizia. Una vittoria di Téchne P.A. ! Grazie a tutti coloro che ci hanno creduto.


 

CRITICITA' DELL'UFFICIO TECNICO DI EDILIZIA PENITENZIARIA

E SOVRAFFOLLAMENTO DELLE CARCERI ITALIANE

Téchne P.A. chiede un incontro al Capo del DAP

 

Téchne P.A. ha segnalato al Capo del DAP una serie di criticità che affliggono l’Ufficio tecnico e più in generale tutta la categoria professionale dei tecnici di edilizia penitenziaria, relegata ormai da anni ad un ruolo marginale, senza alcuna prospettiva di sviluppo. 

 

Téchne P.A. ha inoltre preso una distanza dalle modalità con le quali il Dipartimento intende affrontare il problema del sovraffollamento delle carceri italiane, con soluzioni desuete e senza alcuna speranza di incidere su tale fenomeno.

Abbiamo pertanto chiesto al dott. Francesco Basentini un incontro per discutere di queste tematiche, mettendo a disposizione la nostra esperienza e profonda conoscenza, ormai trentennale, in un settore strategico per la sicurezza della Nazione.


INTERPELLI INGEGNERI

L’AMMINISTRAZIONE PENITENZIARIA VIOLA L’ACCORDO DI MOBILITÀ

I SINDACATI CHE FANNO ? È QUESTA LA P.A. CHE SI RINNOVA ?

 

Téchne PA ha segnalato al Capo Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria la grave violazione - messa in atto dalla stessa Amministrazione - dell’Accordo di mobilità, in base alla quale vengono assegnate le sedi di lavoro ai neo-assunti ingegneri, senza prima “interpellare”, come prevedono l’Accordo, il buonsenso e le norme di civiltà, gli ingegneri in servizio che da oltre venti anni - spesso in sedi disagiate -  attendono di potersi riavvicinare alle proprie famiglie.

 La segnalazione è stata trasmessa anche ai Sindacati, che al momento sembrerebbero avallare tale comportamento non essendo ancora intervenuti in nessuna fase del procedimento a denunciare il comportamento dell’Amministrazione Penitenziaria.

Ma la violazione di un Accordo sindacale non si configura palesemente come “condotta antisindacale” ai sensi dell’art. 28 dello Statuto dei lavoratori ? (si veda ex multis Trib. Milano 4/8/2010 ord., Est. Cuomo - La violazione di un accordo contrattuale aziendale configura comportamento antisindacale qualora, ponendo nel nulla il contenuto dell'accordo sindacale medesimo, vanifica l'opera dell'organizzazione sindacale svuotando di contenuto i poteri rappresentativi).

In totale spregio dell’Accordo di mobilità siglato il 22/10/2009, tutt’ora in vigore, la Direzione Generale del Personale del DAP, ha ben pensato di emanare l’interpello straordinario del 18 dicembre 2018, per la mobilità del personale interno, limitatamente ai Provveditorati Regionali della Calabria, della Campania, della Puglia e Basilicata, della Sardegna e del Triveneto, per un totale di soli 7 posti.

Ovvero, le sedi del DAP, del Lazio-Abruzzo-Molise, della Lombardia, dell’Emilia-Romagna-Marche, della Toscana e Umbria, della Sicilia e del Piemonte-Valle d’Aosta-Liguria, restano preservate per i neoassunti, mentre i funzionari già in servizio da decenni, vengono posti in condizione di non poter concorrere per tutte le sedi disponibili.

E vi è dippiú: negli anni l’Amministrazione - con l’avallo dei Sindacati - ha consentito il transito nei ruoli dei tecnici penitenziari di radiologi ed ex custodi, che hanno saturato le posizioni nei profili professionali, impedendo progressioni economiche e legittime aspettative di mobilità ai tecnici penitenziari “veri”.

E sempre con la stessa logica sono stati sanati distacchi di personale che anche in quel caso hanno impedito la mobilità del personale che ne avrebbe avuto diritto.

Si tratta della stessa Amministrazione che ha negato ai suoi “Tecnici Veri” di poter concorrere alla ricostruzione dei territori martoriati dagli ultimi eventi sismici, negando loro la possibilità di transitare al servizio della Presidenza del Consiglio per il tempo necessario, mentre li utilizzava per cambiare le mattonelle e senza fornire una che fosse una spiegazione.

Crediamo che sia ora di farla finita, a partire da quest’ultima vicenda che non solo è aberrante quanto le altre ma non è nemmeno legittima, ma anzi proditoria, in violazione di norme e accordi sindacali.

Téchne P.A. si è pertanto rivolta al Capo del DAP, chiedendogli un tempestivo e diretto intervento sul procedimento in itinere, per porre rimedio in autotutela all’operato negligente dell’Amministrazione Penitenziaria, attraverso l’indizione di un nuovo interpello straordinario nazionale – in conformità a quanto previsto nell’Accordo di Mobilità del 22.10.2009 - esteso alle sedi ove si intenda destinare le nuove dotazioni organiche, nel numero totale di 17 posti, pari a quello dei vincitori di concorso.

E ciò avendo ravvisato, nell’enunciazione delle linee programmatiche - diramate dal Capo DAP con nota GDAP 381497.U del 12.06.2018 - l’intenzione sincera di procedere nei confronti del personale attraverso “nuove politiche organizzative e soprattutto motivazionali”, mentre non intravede  purtroppo, nelle pratiche quotidiane dell’Amministrazione,  alcuna nuova politica organizzativa, né tantomeno alcun elemento motivazionale, ma al contrario un modus operandi da Ancien Régime: autoreferenziale ed incurante del dirompente effetto di divisione e demotivazione del personale, laddove si concretizza una malsana competizione - estranea alle regole e agli accordi esistenti - tra soggetti appartenenti alla medesima categoria funzionale.

 

 

È forse questo il modo con cui il DAP intende contribuire al rinnovamento della P.A. ?


Audizione del Capo DAP alla Camera dei Deputati del 05.02.2019